Parigi è sempre Parigi



Ed eccomi qui! Dopo una lunga estate passata praticamente a lavorare, finalmente sono arrivate le tanto agognate ferie (che ora già, ahimè, sono un bellissimo ricordo). 
Quest’anno ho scelto di fare una settimana di super relax e mare in barca a vela (di cui forse vi parlerò in un altro post) e un week end lungo a Parigi con la mia mamy. 
Parigi è sempre Parigi! La prima volta che ci sono stata, ben 12 anni fa, era stato amore a prima vista! 



Sarà stato l’entusiasmo della prima vacanza da sola all’estero, ma il ricordo di questa meravigliosa città, con le sue luci, i suoi caffè con i tavolini sulle strade, il profumo del pane appena sfornato e le bellezze architettoniche mi avevano letteralmente conquistata! Così appena trovata una buona offerta per il biglietto dell’aereo, ho costruito il progetto di questo viaggio mamma-figlia nella Ville Lumiere. 
Dopo una sveglia all’alba ( anche molto prima visto che erano le 4 del mattino) prendiamo l’aereo a Pisa, direzione Parigi Beauvais. Appena arrivate in albergo abbiamo mollato i bagagli, preso guida e cartine, ed iniziato il nostro tour. 
Per gli spostamenti in città ho fatto la “Paris visite” per 3 giorni, direttamente in aereoporto a Pisa. Praticamente l’abbiamo consumata a furia di salire e scendere dalla metro! Il primo giorno ci siamo dirette verso Montmartre. Adoro l’atmosfera bohemienne che si respira in questo quartiere. Con la funicolare siamo salite fino al Sacre Coeaur: la chiesa è imponente, ed offre uno scorcio dall’alto della collina su Parigi, molto suggestivo. Quindi abbiamo cominciato a passeggiare e a perderci per le vie del quartiere: Place du Tertre con i suoi artisti, visita alla vigna di Montmartre “Le Clos de Montmartre”, un piccolo vigneto nel pieno del quartiere, che si trova alle spalle della chiesa del Sacro Cuore. Passeggiando, abbiamo visto alcuni luoghi cult del quartiere: le Lapin Agile, un locale di cabaret, sulla cui facciata troneggia un coniglio che scappa da un pentolone. 



Poi scendendo lungo la collina abbiamo visto alcuni dei mulini rimasti, ora sedi di ristoranti come il Mulin de la Galette. Siamo scese ai piedi della collina per la foto di rito davanti al Mulin Rouge e poi di nuovo al Sacro Cuore per una pausa relax sulle panchine davanti alla giostra. 
Visto che a camminare mi viene fame ci siamo concesse una pausa pranzo nel Pret a Manger di Montmartre. 



Qui vengono serviti panini, insalate, zuppe, centrifughe tutte preparate quotidianamente con ingredienti freschi e a chilometro zero. Il mio panino con il manzo, spinaci e cetriolini era veramente buonissimo!

Riprendiamo la metropolitana dirette verso la Bastiglia per fare un giretto al Marais. Il quartiere è una zona molto elegante ricco di negozi, locali e bei palazzi. Ma qui c’è un luogo che io adoro: la Place de Vosges: bellissima, circondata da palazzi di mattoni rossi e tetto di ardesia perfettamente uguali tra loro. Al centro un grande spazio verde e suggestive fontane. Prendiamo un gelato da Amorino e ce lo gustiamo sedute su una panchina della piazza, mentre tutt’intorno a noi è un brulicare di bimbi che giocano, studenti che leggono e ragazzi che si godono il fresco dell’ombra degli alberi. 
Ritorniamo in albergo per un pisolino prima di cena e poi su TripAdvisor cerco un posticino nelle vicinanze per la cena. Trovo un locale di cucina francese La Forge, che è a un paio di fermate della metro da noi. Sulle recensioni si parlava di un ristorante tipicamente francese, anche se appena entrate sentiamo musica arabeggiante e veniamo accolte da un signore dai tratti mediorientali. Ci sediamo al tavolo e leggiamo il menù: le portate sono prevalentemente di terra e effettivamente di ispirazione francese. Scegliamo il magret de canard con una salsa ai frutti rossi e polenta.  Nell’attesa ci servono una baguette calda e fragrante e burro salato: ho fatto letteralmente fatica a fermarmi dal divorare tutto il cestino di pane, perché era veramente delizioso. La carne ci viene servita già affettata con la sua salsa e una morbida polentina di accompagnamento. Buonissima. Alla fine siamo talmente sazie che non c’è spazio per altro. Torniamo in albergo e dopo una doccia rigenerante ci fiondiamo a letto.

Il mattino dopo riprendiamo la metro e ci avviamo verso la Citè
Entriamo a visitare la Saint Chapelle che avevo già visto, ma ogni volta mi lascia a bocca aperta con le sue splendide vetrate altissime e colorate che danno un senso di leggerezza a questa imponente struttura.




Giriamo intorno la Conciergerie e ci dirigiamo verso Notre Dame: fuori dalla chiesa i visitatori si raccolgono in una fila lunga ma che scorre velocemente. Nell’attesa approfitto per fare qualche foto. All’interno la chiesa è stupefacente: mi meraviglio sempre di come degli uomini abbiano potuto costruire un edificio di cotanta bellezza e resistente nei secoli. Uscite dalla chiesa passeggiamo lungo la fiancata dal lato del giardino, per ammirare l’esterno. Quindi ci dirigiamo per l’Ile st Louis: un piccolo isolotto collegato all’Ile de la Citè con un ponte, un tempo insediamento del villaggio storico di Parigi, ed oggi sede di eleganti palazzi e vicoli con piccoli caffè e brasserie. Data l’ora ci fermiamo a pranzo in una piccola creperie l’Au lys d’argent, dove gustiamo una buonissima galette ai troix formages. La galette è una versione salata della crepe, preparata con farina di grano saraceno. La crepe era sottilissima e quasi croccante con un soffice e godurioso ripieno  di formaggi all’interno, tra cui chevre e Roquefort. 



Riprendiamo il cammino percorrendo Rue de Rivolí con le sue affascinanti bancarelle di libri d’antiquariato e andiamo verso il Louvre. Ho acquistato i biglietti online sfruttando l’app tiqets, per evitare di fare fila all’ingresso. Entriamo dalla piramide e dopo il controllo dei biglietti ci avviamo verso il Denon. Il Louvre è immenso: penso non basti una settimana per visitarlo per bene. Ma io non mi sono fatta scoraggiare: ho scaricato da alcuni blog di viaggi delle mini guide per visitare le opere più importanti, senza venire sopraffatti dall’immensità del museo. E così bignami alla mano, abbiamo iniziato il nostro tour. Ci dirigiamo verso la sala degli scultori italiani per vedere Amore e Psiche (Canova) e gli schiavi di Michelangelo.




 Ci aggiriamo tra sculture meravigliose e perfette che ho solo e sempre visto sui libri di storia dell’arte a scuola. Quindi riprendiamo il cammino dirette verso le sale dei pittori italiani. Sul tragitto rimango folgorata dalla bellezza della Vittoria di Samotracia che troneggia in cima alla scala. Percorriamo il corridioio dirette verso la sala della Gioconda e  nel frattempo ammiriamo qua e là opere del Veronese, Caravaggio, Raffaello, Botticelli e tanti altri.




 Prima della Gioconda nella stessa sala troneggia maestosa la tela delle nozze di Cana. Mi domando come sia stato possibile portare un quadro così grande qui!!!! Giro le spalle e mi addentro tra la folla che sta davanti a Monna Lisa. Che strano: me la immaginavo più grande eppure quel quadro ha un potere magnetico. La Monna Lisa sembra effettivamente che ti segua con il suo sguardo. Riprendiamo il cammino e ci fermiamo davanti ad altri grandi opere: l’incoronazione di Napoleone, il naufragio della Medusa e la Libertà che guida il popolo.
A questo punto già cominciamo a sentire un po’ la stanchezza. Torniamo al piano terra e ci dirigiamo verso le sale delle opere dell’antichità greca e romana. Il mio obiettivo è la Venere di Milo. E dopo averla osservata e contemplata decido che sono troppo stanca e prendiamo l’uscita. Ci concediamo una pausa relax ai giardini delle Tuileries e ci dirigiamo verso Place Vendome e la chiesa della Maddalena . Leggo sulla guida che si tratta di una delle chiese più importanti di Parigi. L’edificio è maestoso ed imponente, la facciata ricorda quella di un tempio greco. 


Dopo aver percorso la scalinata che porta all’ingresso, se ci si gira, si ha una fantastica vista su Place de la Concorde che si vede in fondo. La chiesa all’interno è bellissima e suggestiva.
Dopo la visita facciamo un giro per il quartiere noto per i negozi gourmand  dove si possono acquistare pregiate terrine di foie gras, tartufi, cioccolata e dolci. Sbircio tra le vetrine di un negozio che più che una gastronomia sembra una boutique di gran classe e decido che è arrivato il momento di un aperitivo. Ci fermiamo in un caffè che si trova nella piazza di fronte al mercato dei fiori ed asssaggio il Kyr: aperitivo tipico parigino a base di Chablis e sciroppo di cassis. 



Buono e rinfrescante anche se lo Chablis da solo forse l’avrei apprezzato di più visto che adoro lo Chardonnay. 
Torniamo in albergo. Visti i chilometri che abbiamo macinato durante la giornata decidiamo di cenare nel ristorante che si trova sotto l’albergo, Le Laumiere. Ristorante francese di classe dove assaggiamo una strepitosa terrina di foie gras che ci viene servita accompagnata da una calda e fragrante brioche e composta di fichi speziata. Come portata principale ho scelto la tartare di manzo condita con maionese e altri sapori, veramente deliziosa accompagnata da patate fritte. Mia mamma sceglie una millefoglie di melanzane servita con pomodoro e pesto di basilico e una pallina di gelato al basilico.
Domenica mattina dopo colazione prendiamo la metro alla volta di Place de la Concorde. Apprezziamo la piazza nella sua maestosa bellezza. Al centro troneggia l’obelisco che proviene direttamente da Luxor. Lasciamo la piazza alle nostre spalle e ci dirigiamo a piedi verso gli Champes Elisees per una passeggiata lungo la promenade. C’è un gran fermento per le strade, perché è l’ultimo giorno della biennale di Parigi. Ci facciamo largo tra poliziotti e transenne e diamo un’occhiata alle vetrine di negozi di moda super blasonati. Arriviamo all’arco di tronfo e ci sediamo su una panchina per prendere un po’ di ombra. Dopo la pausa riprendiamo la strada e ci avviamo in metro verso il Trocadero. 
La tour Eiffel è sempre affascinante. Io l’ho vista in passato di sera tutta illuminata, ma anche in pieno giorno e sotto il sole è suggestiva. La punta alta oltre 300 metri sembra accarezzare il cielo. Intorno si sente musica a palla e siamo circondati da pattinatori sui roller blade che di preparano a una maratona. Aspettiamo di vedere la partenza della gara e poi passeggiamo nel parco del Trocadero. Piccola merenda ristoratrice in un banchino del parco gestito da un simpatico signore di Bari, che ci serve un delizioso croque monseur e poi a piedi verso l’Ecole Militare e Les Invalides. 
Riprendiamo la metro dirette verso Montparnasse. Ho infatti in mente di salire sulla torre per gustare una vista di Parigi dal 59 piano del grattacielo. 


Trattandosi del primo pomeriggio la torre è praticamente vuota. Acquistiamo i biglietti senza fare code e con l’ascensore in meno di un minuto arriviamo al 56 piano del grattacielo. Qui c’è un caffè, un negozio di souvenir e una vetrata che offre una spettacolare vista a 360 gradi su tutta Parigi. Facciamo altre tre rampe di scale e arriviamo sulla terrazza. Prendo un calicetto di champagne per rifarmi della scarpinata e ammiro la vista sulla città andando a ricercare tutti i luoghi visitati in questi giorni: la Tour Eiffel che si trova proprio di fronte, Les Invalides che si nota con la sua cupola dorata. In fondo Montparnasse con il Sacro Cuore, il Louvre e Les Tuileries, la chiesa della Madddalena, Notre Dame ecc... . 



Ci rilassiamo sulle poltroncine rosse ancora un po’ e poi rientriamo in albergo. Breve pit stop e riprendiamo la metro verso il quartiere latino. Le strade sono affollate. 


Dai vicoli si sentono profumi di varie cucine italiana, francese, greca, spagnola, indiana, turca, tailandese. Le cucine di tutto il mondo si incontrano in questo quartiere. Io decido di assaggiare anche stasera la cucina francese. Ci imbattiamo in un simpatico cameriere dai baffi grigi, ovviamente italiano anche lui, che ci invita a entrare nel suo ristorante. Vedendo il menù che prevede tra le portate tipiche fondute e raclette non posso resistere e ci sediamo. 


Ordiniamo la fonduta alla savoiarda ai formaggi con patate e prosciutto. La fonduta era ustionante ma buonissima. Alla faccia del mio colesterolo ci ho inzuppato anche pezzetti di pane per gustarmela fino in fondo! Non resistiamo alla tentazione del dessert ( tanto è l’ultimo giorno) e ordiniamo una pesca Melba servita con ottimo gelato alla vaniglia, panna e sciroppo di fragole e una deliziosa tarte tatin che viene presentata calda con accanto una pallina di gelato alla vaniglia e panna. Facciamo due passi per digerire e torniamo in albergo.

Il mattino dopo la vacanza volge al termine. Ci avviamo in aereoporto per il viaggio di ritorno. Ho la sensazione di essere stata a Parigi un mese e non tre giorni da quanto sono stati intensi. Lascio questa città meravigliosa con il desiderio di tornare ancora! A la prochaine! 

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