Alla scoperta dell’Umbria e dei suoi vini





Lo scorso we ho fatto un bel giro in Umbria, regione che adoro. L’itinerario si è concentrato tra Spoleto, Spello, Lago Trasimeno e Gubbio, luoghi dove sembra che il tempo si sia fermato, di una bellezza indescrivibile. 
Ovviamente non potevo tornare a casa senza portarmi dietro qualche souvenir enologico! Così mentre passeggiavo per le vie di Gubbio, mi sono imbattuta in una rivendita di vini dell’azienda Eraldo Dentici ( che non conoscevo prima di oggi!). Vengo colpita dal cartello che c’è all’ingresso che indica la parola “vino” in direzione del negozio e “mondo crudele “ verso l’esterno. Effettivamente varcando la soglia della porta, si viene proiettati in un’altra dimensione. Il locale è in un palazzo storico, mattoni a vista, ampie volte, lungo le pareti, disposti in cassette di legno, fanno bella mostra di se’ le bottiglie dell’azienda. Appena entrata vengo accolta da Stefano, che si occupa del commerciale dell’azienda, con cui subito entro in sintonia. Così, senza essere stata in azienda, grazie ai racconti di Stefano, vengo subito catapultata nelle campagne in prossimità di Montefalco, località Rialto, dove si trova l’azienda. Si tratta di una piccola realtà, guidata da Eraldo Dentici, giovane imprenditore alla guida di quella che era l’azienda di famiglia, che ha convertito in azienda vinicola a partire dai primi anni 2000. Dal 2015 riveste il ruolo di winemaker. La produzione dei vini segue metodi naturali ed è in attesa della certificazione biologica. Le uve vengono selezionate e raccolte a mano. La scelta di vendemmiare tardivamente influenza il tenore alcolico dei vini che sono tutti“importanti”. 
I vigneti sono autoctoni umbri: Sagrantino, Grechetto, Sangiovese e qualche vite di Merlot, che viene impiegato per il taglio del Montefalco rosso. 
Stefano mi propone una degustazione dei loro vini ed io non posso proprio tirarmi indietro nonostante non abbia portato con me il mio solito blocchetto degli appunti! 


Di seguito vi riporto i ricordi di quello che ho assaggiato. 

La partenza è con il botto: IGT Umbria Rosato Romeo 2018. Un rosato che non ti aspetti, prodotto con metodo ancestrale, da salasso del mosto di Sangiovese. La bottiglia ha il tappo a corona per il completamento della fermentazione in bottiglia, per cui ha una lievissima ed impercettibile effervescenza. La cosa che colpisce subito è il colore che è un rosso porpora un po’ più scarico. Il naso è un concentrato di frutti rossi. Al palato la prima cosa che emerge è la dolcezza; segue il tannino del Sangiovese ed un’acidità equilibrata che mantengono la bocca pulita; il vino è estremamente elegante, la frutta torna sul finale e persiste a lungo.La morbidezza del vino maschera la spiccata alcolicità con la bellezza di oltre 17 gradi che non si sentono per nulla. 


Il secondo assaggio è Musa, un Sangiovese umbro in purezza del 2018. Al naso è pulito: sentori floreali di Viola mammola, marasca, prugne, mirtillo, una sottile nota balsamica. In bocca, nonostante la giovane età, il tannino è perfettamente equilibrato con il frutto e non invadente, estremamente piacevole e capace di invogliare al sorso successivo. 


Assaggio quindi il Montefalco Rosso Corcurione, un blend di Sangiovese al 60%,Merlot 30% e Sagrantino. La scelta di Eraldo è di far prevalere il Sangiovese, a differenza di altri produttori che per il montefalco rosso fanno preponderare il sagrantino. Colore rosso rubino intenso con riflessi porpora, note floreali, ciliegia, lampone, ribes e fragolina di bosco, seguiti da sentori di macchia mediterranea. All’assaggio il tannino è ben percepibile, il vino è piacevole , succulento ma sempre fruttato. Lungo sul finale. 


È il turno di un bianco molto particolare. Un vino macerato: il Grechetto Esimio 2018, macerato sulle bucce per circa 80 gg ( macerazione lunghissima per un bianco), chiarificato con prodotti naturali . Un breve passaggio in barrique completa la malolattica. Un vino dal colore quasi ambrato, glicerico alla rotazione del calice ( fa 15,5 gradi!). Il naso è dolcissimo: albicocche essiccate, fichi, datteri, miele di castagno, sentori balsamici e minerali sul finale. In bocca stupisce: l’assaggio è asciutto grazie ai tannini ceduti dalle bucce nel corso della lunga macerazione. La frutta torna in fin di bocca allungando la persistenza al palato. Un vino rosso vestito di bianco a tutti gli effetti, capace di sostenere primi piatti corposi ( dalla carbonara, all’amatriciana) o salumi piccanti. Assolutamente Inaspettato! 


Arrivo quasi alla fine del percorso di degustazione con l’assaggio del Sagrantino Cipriano 2015. Prodotto da sagrantino in purezza. Come da disciplinare il vino invecchia per circa 30 mesi, di cui 12 in botti di legno. Il Cipriano non è filtrato. Il colore è rosso rubino intenso ed impenetrabile. Al naso i sentori fruttati e di confettura si mescolano a note più speziate di pepe, tabacco, liquirizia e balsamiche. In bocca è complesso: il tannino è prepotente, come deve essere. L’acidità mantiene la bocca pulita. In bocca il sorso è lungo ma piacevole. Starebbe benissimo con un buono stracotto o un cinghiale in umido, o anche da solo, centellinato da un grosso calice, davanti al fuoco scoppiettante di un caminetto. 


Infine l’ultimo assaggio è una coccola: il sagrantino in versione passita. Le uve della vendemmia tardiva vengono selezionate e fatte appassire su graticci. Al naso tipici sentori di frutta matura, marmellata, prugna secca e amarena, il tutto arricchito da note di vaniglia, cannella e spezie. In bocca è dolce ma non stucchevole, dalla lunga persistenza aromatica e dal tipico finale tannico. Starebbe benissimo con del buon cioccolato fondente o anche con un formaggio erborinato. 


Concludo la degustazione. Ringrazio Stefano per la gentilezza e per avermi fatto conosce questa piccola realtà di tutto rispetto. 
Vado via non senza aver acquistato qualche bottiglia che assaggerò più in là e di cui sicuramente vi riparlero’. 
Alla prossima degustazione.

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