Non Solo Etna: Tour alla scoperta dei vini vulcanici con la Fisar in Rosa parte II


Sabato 9 Marzo. Sono le 8.30. Davanti all’albergo c’è l’autobus che ci attende, che ci porterà a Milo, un piccolo paese  a circa 750 metri dal livello del mare, uno dei villaggi situati più in alto di tutto il vulcano. La mattina si prospetta calda: il cielo è terso e c’è un bel sole. Ci lasciamo alle spalle il mare e cominciamo la salita lungo le pendici dell’Etna. 


Lo scenario che si apre ai nostri occhi è spettacolare: il cratere che si scorge in lontananza con il suo fumo bianco, le cime delle montagne coperte dalla neve da una parte e il mare dall'altra, la terra scura, e i vigneti, spogli in questa stagione,  ordinatamente disposti sui terrazzamenti e circondati da boschi e castagni.

Arriviamo a Milo, in contrada Villagrande: qui  si trova una delle aziende storiche dell'Etna "Barone di Villagrande" che appartiene alla famiglia Nicolosi da circa 10 generazioni. Ad accoglierci Marco Nicolosi e Alfonso che ci guidano nella visita della Cantina. Barone di Villagrande è una bellissima realtà: cantina, wine resort e ristorante. Marco Nicolosi, è l’ enologo e direttore della cantina, erede di Carmelo Nicolosi, che all'inizio del '700 ricevette dal Vescovo di Catania  l'incarico di coltivare queste terre per trasformarle " da un luogo orrido ed incolto a un delizioso giardino". Successivamente Don Carmelo Nicolosi ricevette il titolo di Barone di Villagrande dal nome della terra che lo ha accolto.
Nel 1869  Paolo Nicolosi, bisnonno di Marco, creò l'attuale cantina di vinificazione e affinamento e fu il primo a utilizzare una vinificazione separata per le uve bianche e per le rosse, infatti fino ad allora, si usava vinificare l’uva tutta insieme, senza distinzioni di vitigni e di colore. Nacque così l'antenato dell’attuale Etna Bianco Superiore. Occorre aspettare il 1968  perchè venga riconosciuta la D.O.C. Etna, la prima Denominazione di Origine Controllata in Sicilia, il cui disciplinare fu scritto da Carlo Nicolosi, allora docente universitario di enologia e tecniche alimentari all’Università di Catania. 

Oggi qui si continuano a produrre vini etnei, nel rispetto del territorio, secondo i principi dell'agricoltura biologica.
Visitiamo i locali dell'antica cantina costruita lungo il pendio, che in origine era organizzata su diversi livelli per sfruttare la gravità nelle varie fasi di produzione del vino. All’Interno si possono ancora vedere le maestose botti di 22 mila litri ciascuna, costruite in legno di castagno, ancora prima che venissero eretti i muri della cantina. Oggi, nel rispetto della tradizione, l'affinamento in legno dell'Etna rosso avviene in botti di castagno etneo, che conferiscono sentori particolari ai vini




Oltre alla visita della cantina è prevista la degustazione di alcuni vini di Barone di Villagrande. Nel cortile  antistante alla cantina storica, che si affaccia sulle splendide terrazze coltivate, sono stati imbanditi dei tavoli su cui fanno bella mostra i vini e alcune prelibatezze del territorio abbinate ad essi. Il panorama da qui è strepitoso: il giardino è un balcone che si affaccia sulle pendici dell’Etna, con le terrazze coltivate a vite, e in fondo si scorge il mare. Non esiste territorio più suggestivo di questo. E sì che quando si pensa a un vulcano si pensa ad un territorio tutt’altro che rigoglioso e ospitale!

I vini previsti in degustazione sono tre:
  • Etna Bianco Superiore: qui, l'etna Bianco ha questa menzione. Prodotto da Carricante  in purezza, fermenta in acciaio per 10 mesi. Il colore è giallo paglierino tenue. Al naso si percepiscono sentori floreali di zagara e di frutta a polpa bianca. In bocca si spigionano quelle che sono le peculiarità dei vini dell'etna: acidità e mineralità che gli conferiscono la longevità. Alfonso, la nostra guida ci dice che è un vino che può confrontarsi tranquillamente con il tempo che passa, potendo rimanere in bottiglia anche per 10-15 anni! Ci viene consigliato di assaggiarlo in abbinamento alle Olive Nocellara dell'Etna.
  • Etna Rosato: 90% nerello mescalese,10% nerello cappuccio. Il vino fermenta in assenza di vinacce e per questo il colore è "buccia di cipolla", brillante. Al naso si percepiscono sentori agrumati di arancia rossa e pompelmo rosa che si mescolano a fragoline di bosco e una delicata nota speziata di pepe rosa. In bocca è fruttato e minerale, fresco. Perfetto in abbinamento al crostino con pomodorini secchi sott'olio. Mi immagino di degustarlo in estate, bello fresco a bordo della piscina del Resort!
  • Sciara IGT: il nome ricorda il termine siciliano con cui si indica la lava. È prodotto da Merlot per L’ 80% e Nerello Mescalese. Il vino matura per 18 mesi in botte piccola di rovere e poi affina per altri 18 mesi in bottiglia. Il colore è rosso rubino intenso. Al naso si percepiscono profumi di frutti rossi, caramello e spezie come liquirizia. Al palato è morbido e speziato sul finale. Ci viene proposto in abbinamento ad un crostino con porchetta, che come merenda non guasta proprio!



Salutiamo i nostri ospiti di Barone Villagrande e riprendiamo il nostro tour lungo le pendici dell’Etna. 
Alla prossima! (Segue parte III)

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